Aprile 20, 2024

Dieta e Prostatite

Prostata
La prostata è un organo che fa parte del sistema riproduttore maschile; più precisamente, si tratta di una ghiandola esocrina che con il suo secreto partecipa alla composizione del plasma seminale, che è il substrato di sostentamento e veicolo degli spermatozoi.

dieta e prostatiteShutterstock
Gli spermatozoi e il plasma seminale (arricchito anche dalla secrezione delle vescicole seminali e dell’epididimo) formano lo sperma, immesso nell’uretra ed eiaculato verso l’esterno durante il coito.

La prostata è un organo piuttosto suscettibile all’invecchiamento dell’organismo. Tra le patologie/disturbi che la colpiscono più frequentemente ricordiamo: le prostatiti (o infiammazioni di vario genere della prostata), l’ipertrofia prostatica e il tumore alla prostata. A differenza delle ultime due, la prostatite NON è tipica dell’invecchiamento.

Classificazione
Le prostatiti, o infiammazioni della ghiandola prostatica, possono avere cause eziologiche differenti; le più frequenti sono di origine INFETTIVA e si manifestano prevalentemente negli adulti e negli anziani, specie se cateterizzati.

Le cause di prostatite infettiva sono: contagio sessuale (per risalita dei patogeni dall’uretra), reflusso di urina infetta (provocato da concomitanti alterazioni patologiche dell’uretra, della vescica o della prostata stessa), infezione diretta o linfatica dall’ultimo tratto intestinale (per stitichezza grave o infezioni coliche) e veicolo ematico (originato da infezioni di altri distretti).

Le prostatiti NON infettive sono dette abatteriche o prostatosi. Le cause più comuni sono: il ristagno di sangue e l’accumulo di secrezione (per congestione dovuta a prolungato stimolo sessuale senza sfogo, coito interrotto, lunghe astinenze ecc.), i microtraumi ripetuti (ciclismo), la stipsi grave e le emorroidi.NB. Le prostatosi includono anche le forme di prostatite infettiva con carica batterica non identificabile. Quelle secondarie a stipsi grave e/o emorroidi possono contribuire alla così detta “sindrome da dolore pelvico cronico”.

Un’ultima forma di prostatite infiammatoria è generalmente diagnosticata casualmente durante altri accertamenti diagnostici e, poiché non sembra manifestarsi in alcun modo, viene denominata “asintomatica”.

Acute e Croniche
La prostatite acuta patogena si manifesta con febbre, malessere generalizzato, ritenzione acuta d’urina, urine torbide, dolore peri renale o lombare, dolore testicolare e disturbi della minzione. La cura, in caso di infezione batterica, è costituita prevalentemente dalla somministrazione tempestiva di antibiotici ad ampio spettro ed eventualmente di antinfiammatori analgesici. Una dieta corretta può essere di grande aiuto.

La prostatite cronica si manifesta con dolore, spesso febbre (ma solo nel caso di quella infettiva), senso di pesantezza in sede peri renale, dolenza uretrale, a volte disturbi della minzione. La prostatite cronica è più difficile da curare; se presente, è necessario individuare il patogeno responsabile al fine di identificare un antibiotico specifico.

Nel caso in cui non sia possibile identificare l’agente patogeno specifico (come nella sindrome da dolore pelvico cronico), si provvede a ridurre i sintomi, i fattori predisponenti e le eventuali complicazioni. Anche in questo caso, ma per motivi differenti, una dieta corretta può essere d’aiuto o addirittura risolutiva.

Dieta
La dieta per la prostatite può rappresentare un valido contributo:

Alla moderazione dei sintomi per le forme acute infettive o croniche infettive
Alla cura per quelle non patogene secondarie (legate a disturbi del circolo sanguigno per sofferenza del colon retto o a sostanze irritanti di origine alimentare).
In primo luogo, ricordiamo che la dieta per la prostatite è NORMOcalorica, ovvero tende a mantenere il peso fisiologico del soggetto; nel caso in cui la persona soffra anche di sovrappeso, la dieta normocalorica per la prostatite “potrebbe” determinare una riduzione più o meno significativa del tessuto adiposo.

Sia per quella acuta che per quella cronica, infettiva o non patogena, la dieta per la prostatite è SEMPRE ricca in liquidi e costituita essenzialmente da alimenti leggeri, di facile digestione, poco elaborati, con pochi ingredienti GRASSI di origine animale, e ricca invece di prodotti magri ricchi d’acqua.

La dieta per la prostatite non patogena e secondaria ad altri disturbi dell’intestino è MIRATA alla risoluzione dell’agente scatenante. In tal caso (soprattutto nella sindrome da dolore pelvico cronico), diventano diete per la prostatite: la dieta per la sindrome da colon irritabile, la dieta per la stipsi e la dieta contro le emorroidi.

Questi tre tipi di dieta sono estremamente affini, salvo nelle forme di colon irritabile che manifestano anche periodi di diarrea. Questi regimi alimentari sono dunque vere e proprie terapie nutrizionali e si prefiggono gli obbiettivi di:

Ridurre al minimo l’irritazione della mucosa colica
Aumentare la frequenza e la facilità delle evacuazioni
Prevenire ed eventualmente ridurre la sintomatologia delle emorroidi
Tutto questo è assolutamente NECESSARIO per combattere il “potenziale” fattore scatenante di certe prostatiti, ovvero l’alterazione del flusso circolatorio PER CAUSA della ben nota malattia emorroidaria. Infatti, a causa del rigonfiamento e dell’infiammazione dei vasi emorroidali (emorroidi), il torrente ematico irrora malamente la ghiandola prostatica, causando la sintomatologia specifica; inoltre, l’eccessiva espansione del colon adiacente alla prostata, oltre a provocare un dolore pelvico poco identificabile, può determinare una compressione della ghiandola e causare un ulteriore malessere.

Dal punto di vista nutrizionale, per combattere l’irritazione colica, la stipsi e le emorroidi, con la dieta per la prostatite ci si prefigge di:

Aumentare l’apporto di fibra alimentare, eventualmente con lassativi “di massa”
Aumentare l’apporto di acqua
In certi casi, aumentare l’apporto di lipidi (meglio insaturi)
NB. i grassi totali non devono mai superare il 30% delle calorie, per evitare il rischio di deposito adiposo e difficoltà digestiva
Diminuire i nervini: alcol, caffeina ecc.
Diminuire le scorie della dieta: macronutrienti carbonizzati in cottura
Diminuire gli agenti irritanti come il pepe, molte spezie o la capsaicina
Favorire lo sviluppo della flora batterica fisiologica nell’intestino crasso
Nella pratica, per quel che concerne la scelta degli alimenti, nella dieta per la prostatite sarà necessario:

Bere almeno 1,0 ml di acqua ogni 1,0 kcal assunta con la dieta
Incrementare i cereali integrali e i legumi (questi ultimi, anche senza buccia)
Incrementare soprattutto gli ortaggi e anche la frutta fresca
Incrementare le ricette brodose a discapito di quelle asciutte
Prediligere oli ricavati da spremitura a freddo e crudi come condimento
Eliminare tutte le bevande alcoliche, i caffè il tè (soprattutto nero), la cioccolata e gli energy drink
Eliminare le spezie piccanti
Eliminare tutti i sistemi di cottura intensa e veloce, ma non utilizzare troppo la stra-cottura; prediligere la lessatura e la cottura al vapore
Eliminare il tabagismo
Praticare attività fisica regolare.
In conclusione, la dieta per la prostatite varia in base alla causa patologica della prostatite specifica e, nel caso in cui sia correlata a disturbi dell’intestino, il regime nutrizionale può anche contribuire alla risoluzione del disturbo.